Consulente familiare a JESI

MARIA GEMMA AGOSTINI

Consulente Familiare® dal 30/04/2022.
Riconosciuto con tessera AICCef E1120.

Mi presento

Sono una donna di 58 anni, vivo a Jesi, ed ho scoperto la consulenza familiare per puro caso esattamente dieci anni fa. 

Sono sempre stata appassionata di umanità, relazioni, psicologia, ma ho seguìto un percorso di studi diverso, laureandomi in scienze politiche, ed un lavoro ugualmente distante da questi miei interessi.

Mi sono quindi entusiasmata per questo corso di studi triennale intrapreso grazie alla scuola SICOF di Roma, iniziato nel 2014. Mi sono diplomata, dopo il tirocinio

La mia esperienza come consulente familiare

Credo che quanto racconto in questo articolo, pubblicato sulla nostra rivista, esprima al meglio qualcosa di me. In esso racconto cosa significa per me accogliere le richieste telefoniche dei clienti:

Ciò che faccio anzitutto è presentarmi, e poi pongo la fatidica domanda, “di cosa vorrebbe parlare con noi?” e mi metto in ascolto con tutta l’empatia di cui sono capace. Mi metto in ascolto cercando di cogliere ciò che comunicano non solo con le parole ma anche senza di esse: i sospiri, le titubanze prima di una certa affermazione, ciò che faticano a dire, i termini che usano, il tono della voce, la forza vitale o la mancanza di energia, la rabbia o la rassegnazione. Sembrerebbe assurdo poter riuscire a sentire tante cose anche solo da una voce al telefono, eppure succede…

Ho imparato a modulare il tono della voce, ad ascoltare per il tempo necessario, a rassicurare chi si mostra in ansia o incerto, ad essere un po' più “tecnica” con chi si mostra più rigido, parlando magari all’inizio di come funziona il nostro Consultorio, invitandoli poi a provare anche solo un incontro con noi per vedere se potessimo essere d’aiuto. Quando sento la cosa possibile, uso anche un po' di sense of humor, che spesso rompe il ghiaccio, fa sentire le persone più vicine, meno estranee.

Mi colpisce ogni volta il fatto di trovarmi davanti ad  una persona che non solo è in cerca di aiuto, ma che sta facendo un primo passo pieno di consapevolezza di sé: credo che questo sia un momento delicatissimo e che meriti di trovare un'accoglienza calda e rassicurante che in qualche modo confermi che quel passo è quello giusto. Ciò che vorrei è che, alla fine del contatto, resti loro un senso di sollievo, e questo posso forse riuscire a farlo comunicando disponibilità, comprensione e tenerezza.

Sento che nel corso della chiamata la persona perde il timore di essere giudicata e quello di non essere compresa, si apre, in qualche modo "vuota un sacco" che spesso sente davvero pesante ed ingombrante per il cammino che sta facendo.

Il senso di estraneità sparisce, ed il bisogno/piacere di parlare con qualcuno che ascolta in modo attivo si rivela in quelle che, iniziate come semplici richieste di "come funziona il vostro consultorio" a volte si tramutano in lunghi racconti a cui cerco delicatamente di porre un freno rassicurandoli sul fatto che il consulente che sceglieremo sarà la persona più adatta ad ascoltarli.

Ciò che più di ogni altra cosa mi colpisce è come, anche solo rispondendo al telefono, si conceda già al cliente il diritto di essere ascoltato, si crei già una relazione, e che questa relazione sia l'embrione di una cura. Mi piace pensare questo primo contatto come un possibile colpo di fulmine: io ci metto quanto posso affinché scocchi la scintilla.”

Sarò felice di ascoltarti
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